Something-to-declare? (restare in mutande)

Stamattina mi hanno raccontato la storia di un’impresario che ha tutti i-suoi-cinque-figli-separati, non so se è più il merito di appartenere al nuovo mondo o la vergogna per aver perduto quello vecchio, ma mi é rimasta in testa questa parola, un nome di altri tempi. L’impresario. Mi fa pensare a gente che sta bene, gente col segno dell’abbronzatura sulle braccia e intorno agli occhi, a carte di progetto appoggiate ovunque, strette di mano per concludere un affare, il rispetto delle altezze e anche delle distanze, si rimaneva lavoratori e sognatori, fino alla fine.

Gente che fa la casa per i figli, perché è ancora un valore da qualche parte, pensare a loro prima, comunque e dopo, pensare al futuro con un tetto, perché bisogna essere previdenti e fare come il porcellino quello grande, quello che ha costruito la casa di mattoni con la quale poté accogliere e proteggere anche gli altri fratelli, quelli più stupidi e immaturi.

Perché abbiamo sempre bisogno di sentirci protetti, dalle condizioni climatiche, dalla stanchezza, dagli altri, dal successo e anche da noi stessi.

Perchè torno a casa dopo una giornata bella ma anche dopo quella brutta, ed è da qui che parto ogni santissimo giorno.

…but i really need to tell you something…

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