Smetto o smettere.


Perché se Troisi rischiava di scambiare un calesse per amore io rischio di andarci a finire sempre addosso, al calesse. 

Rimango un assurda ingenua. Anche se. Vorrei cambiare. E. Non essere più quella di prima. Smettere. Per sempre. Andarmene. 

Sarà che ho un nervo scoperto. 

Sarà perché ti amo. 

Sarà che son venuti i ladri e mi hanno preso tutto il mio oro che faccio un po’  fatica. A farmi andare bene. Quella che ero e le cose come sono. Perché non sono mai solo cose. Le cose sono il succo di tutte le vite che hanno condotto fino a qua, fino a me. E son sicura ci sia un motivo perché fa così male. 

Questo significa far parte dell’universo. Il male è la fuori e in qualche modo ti riguarda, ti coinvolge o ti tocca. Loro fanno questa cosa, ti portano via tutto il bello è ti lasciano tutto il brutto con cui avere a che fare. 

E io ora ho voglia di piangere, e poi smetteró, di quelli laggiù al traguardo che mi incitano a farcela non so che farmene. Ho bisogno che ti fermi un attimo con me, come me. Perché tutta sta fretta a mettere a posto. A non pensarci più. A tornare come prima. (Che come prima non c’è più). Io non ce l’ho.

Mentre sono in mezzo a sta cosa mi dico una volta di più che ci dobbiamo prendere più  cura gli uni degli altri, nei momenti di contatto. E delle nostre cose, dei nostri sentimenti ed emozioni. Riporli bene, indossare tutto quello che abbiamo, ogni mattina di ogni giorno, avere un alta opinione di noi stessi e far di tutto per crederci.  

#chichibar

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